Fabbisogni formativi
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Fabbisogni formativi

Il valore strategico della Lombardia come “Regione Nautica”

Se si vuole dare una lettura dell’industria nautica italiana, con la sua suddivisione nei tre comparti tradizionali delle unità da diporto, motori e accessori, attraverso la sua distribuzione sul territorio, il numero di addetti e il fatturato è facile riscontrare come la Lombardia si collochi al primo posto per numero di aziende e numero di addetti (con una quota che sfiora il 25% del totale nazionale), seguita nell’ordine da Liguria, Toscana ed Emilia Romagna. I singoli comparti tradizionali, con l’eccezione del più innovativo del refit & repair, riflettono di massima ta tendenza generale.

Nel dettaglio, per le unità da diporto la Lombardia è sempre al primo posto per aziende e addetti seguita, in questo caso, dal Lazio e dalla Toscana; nel comparto degli accessori si riscontra la presenza della Lombardia al primo posto, per numero di aziende ed addetti, mentre la Liguria si colloca al secondo seguita dalla Toscana. La Regione Lombardia vanta pertanto un patrimonio di tradizione e una capacità di innovazione che possono trovare riscontro anche in seno agli obiettivi di un nuovo approccio alla formazione rivolta al settore della nautica.

Non a caso gli stakeholders associativi della nautica lombarda hanno individuato i due temi strategici dei futuri obiettivi formativi:

“a) aver cura di non disperdere l’eredità rappresentata dalla specifica professionalità tradizionalmente presente sul territorio (quale quella posseduta dai maestri d’ascia), promuovendo gli opportuni percorsi di formazione per il recupero dei mestieri tradizionali;

b) porre attenzione all’esigenza di rafforzare la disponibilità di figure con competenze tecnologicamente avanzate, attraverso la definizione di curvature specialistiche per la nautica all’interno di corsi di studio tecnici e professionali anche esistenti.”

La catena del valore dell’industria nautica

L’osservazione razionale dei processi industriali legati alla nautica da diporto conduce al riconoscimento dell’indotto della filiera sia in termini economici che occupazionali. Il prodotto “barca” costituisce infatti il perno attorno al quale si articolano tutti gli ambiti del processo produttivo a monte e dei servizi connessi a valle.

Ad una prima lettura sono due i principali ambiti di filiera della nautica da diporto:

1) la filiera manifatturiera, finalizzata alla produzione di imbarcazioni;

2) la filiera del turismo nautico, finalizzata all’offerta di servizi al diportista.

Connessi a tali “macro” filiere si configurano un insieme di attività/servizi collaterali volti a supportare a 360 gradi le aziende negli specifici ruoli di contributo alla catena del valore:

– ricerca e sviluppo su materiali e prodotti innovativi e sui processi di produzione

– trasferimento di conoscenze per innovazione e ricerca (trasferimento tecnologico)

– offerta di servizi informatici

– offerta di servizi tecnici (controllo qualità, collaudo materiali, sicurezza lavoro, rispetto normativa ambientale)

– offerta di spazi logistici e immateriali (connessione wi-fi, sale riunioni, mense aziendali)

– assistenza amministrativa, fiscale, legale e finanziaria;

– partecipazione ai processi di acquisto/vendita per aziende in pool finalizzata

all’ottenimento di economie di scala (es. gruppi di acquisto o consorzi per il supporto alle vendite/esportazioni);

– sviluppo e gestione rapporti con enti pubblici

– monitoraggio dello stato del mercato e degli elementi di congiuntura economica/tecnologica.

La consistenza delle aziende del comparto nell’ottica della formazione

E’ noto che il panorama dell’industria nautica italiana è caratterizzato dalla presenza di un numero elevato di piccole imprese specializzate in alcune fasi di quello che è l’intero ciclo produttivo. Tale situazione fa si che le piccole imprese raramente tendano ad innovare o comunque tendano a farlo in modo meno sistematico di quelle grandi. Questo panorama di aziende sente fortemente l’esigenza di miglioramento costante del proprio know how trasversalmente a tutti i processi produttivi che avvengono al loro interno e contestualmente chiede di poter attingere a fonti qualificate per poter fruire di informazioni utili e della necessaria formazione.

In tal senso la formazione professionale rivolta al settore oltre ad essere finalizzata alla qualificazione tecnica di figure lavorative, deve riuscire ad apportare un contributo formativo in termini di competenze e qualità professionale che interessi tutta la filiera produttiva e dei servizi. Ulteriore obiettivo, non secondario, sarà quello di apportare un contributo formativo trasversale che valorizzi le aziende e le renda ancor più competenti ed efficaci nel ciclo produttivo aziendale.

L’analisi del fabbisogno formativo del comparto

Sulla base delle precedenti considerazioni, un primo ventaglio di qualifiche formative utili alla filiera produttiva della nautica può essere connesso alle lavorazioni così identificate:

  • Laminazioni VTR e Compositi
  • Stuccatura e Fairing
  • Pitturazione e trattamenti di finitura
  • Montaggio Mobilio
  • Montaggio Vetri e Oblò
  • Montaggio Impianti elettrici
  • Montaggio Impianti Idraulici
  • Montaggio Impianti Idrici
  • Montaggio Impianti elettronici
  • Montaggio sistemi di propulsione
  • Montaggio Sistemi Antincendio
  • Montaggio Impianti motore
  • Montaggio Impianti Aria Condizionata
  • Montaggio materiali di coperta
  • Montaggio Complementi d’arredo
  • Collaudi tecnici
  • Movimentazione
  • Pulizia e Finitura pre-consegna

Il personale dovrà essere formato sul prodotto, sui punti critici in generale e in particolare sulle difficoltà che possono verificarsi in specifiche postazioni di lavoro. Sarà anche opportuno definire un piano di aggiornamento periodico della formazione.

Nell’ambito dei rapporti tra main contractor e fornitori della filiera è da non trascurare infine l’esigenza emersa di una più efficiente attenzione alla qualità attuata in particolare attraverso le figure di operatori ad hoc formati e competenti in termini di:

  • Controlli di accettazione arrivi.
  • Prove e controlli di processo.
  • Qualità uscente.
  • Anomalie di qualità.
  • Registrazioni e controlli.
  • Gestione dei prodotti non conformi.
  • Gestione degli strumenti di controllo.
  • Qualità di processo.
  • Rintracciabilità.
  • Identificazione. Miglioramento continuo.
  • Sistema di certificazione adeguato.
  • Garanzia.
  • Assistenza.

Traguardando l’arco temporale del prossimo quinquennio nasce certamente l’esigenza di far crescere la base lavorativa oggi depauperata dalla crisi internazionale. Da qui la necessità di intraprendere percorsi di sensibilizzazione e informazione sul settore della nautica da diporto e delle sue potenzialità occupazionali rivolti ai giovani che sono in procinto di inserirsi nel mondo del lavoro.

Tale impegno troverà ancor più riscontro nei confronti del segmento giovanile e tra i non occupati nella misura in cui la proposta formativa interesserà anche il già citato mondo dei servizi tecnico-turistici della nautica. In tale ambito la Lombardia, forte del proprio know how produttivo potrà formare una classe professionale rivolta alle attività connesse al mondo dei servizi portuali turistici, della navigazione e dell’assistenza tecnica rivolta al diportista.

Lombardia come “Hub-Laboratorio” dei profili professionali strategici

Risulterà di particolare interesse rivolgersi al fabbisogno formativo che scaturisce dai mercati di sbocco a mare della Regione: Liguria e Toscana in ambito tirrenico; Friuli, Veneto, Emilia Romagna e Marche sull’Adriatico. Fondamentale in tale ottica un’analisi delle priorità strategiche dalla quale emerge la necessità di una qualificazione maggiore delle aziende in termini di professionalità e qualità. Molto raramente le aziende sono dotate di strutture preposte alla ricerca e allo sviluppo, ed è realistico immaginare che soprattutto le piccole imprese necessitino di pianificazione e presidio dei trend tecnologici. In termini di formazione professionale ciò si esplicita nella necessità di dotarsi di personale altamente qualificato e aggiornato per quanto riguarda la new technology e la qualità. Tali figure vanno reperite attraverso l’assunzione di personale ad hoc, o talvolta attraverso attività di qualificazione del personale già presente in azienda.

Da un’analisi delle eccellenze della nautica italiana emerge l’esigenza di formazione professionale nell’ambito della realizzazione di navi o grandi imbarcazioni. Tali ambiti necessitano di continuo aggiornamento e sviluppo per la loro miglior pratica. Si fa riferimento a mestieri come il Laminatore di Vetroresina, l’Impiantista specializzato nella realizzazione di apparati di sistemi di sale macchina di grandi navi, il Falegname specializzato nel montaggio del mobilio di bordo.

Osservando quindi il fabbisogno innovativo espresso dalle realtà più strutturate dislocate nelle macro aree di “sbocco a mare” della Lombardia si sono individuate tre linee strategiche:

  • il refit e la sua industrializzazione
  • la valorizzazione dei mestieri “tradizionali”
  • il complesso dei servizi tecnico-turistici e della portualità

A puro titolo di esempio una figura emergente da formare in tema di Refit è definibile come tecnico/coordinatore di produzione in grado di poter gestire una commessa e di essere l’interfaccia tra gli uffici tecnici e di progettazione e le squadre operative (lavorazioni, gestione della commessa, commercializzazione e marketing).

Con i mestieri tradizionali si tratta invece di intervenire, in accordo con il sistema dell’istruzione, sui giovani per favorire il ricambio generazionale e rendere più appetibili queste professioni. Si tratta di figure come falegnami/maestri d’ascia, falegnami/allestitori, meccanici/installatori ed elettricisti/installatori.

In seno ai servizi per la portualità oggi si richiede una figura professionale in grado di fornire informazioni sia di carattere tecnico (ormeggio, manutenzioni, riparazioni, rifornimento della cambusa, ecc.) che turistico (visite al territorio in generale, impiego del tempo libero, servizi per la fruizione del territorio.